Attualità di una testimonianza
A cura di Daniela Cavoli.
Le Strade Bianche di Stampa Alternativa,
Pitigliano (GR), 2023
Copertina di Claudio Scaia.
pag. 81-82
LEGGI
UNA PAGINA O VUOI LEGGERLE TUTTE?
Manciano (GR), Circolo didattico di Manciano (Grosseto),
Scuola media statale “Paride Pascucci”, 9/02/1975
Elezioni Consiglio di Circolo
[...]
oiché
annettiamo alla scuola materna un’importanza enorme,
fondamentale, crediamo dì essere nel giusto se auspichiamo
l’introduzione in essa dei metodi didattici più moderni.
Ma una scuola che sia all’avanguardia pretende anche
locali e attrezzature adeguate. Ecco, dunque, che sarà
necessario affrontare anche questo problema. È chiaro che
una scuola materna capace di rispondere alle esigenze di
coloro che la frequentano pone tutti i bambini sulla
stessa base di partenza e li introduce nella scuola
primaria, poi, successivamente, nella secondaria, fuori
dai rischi di essere discriminati e selezionati. L’opposto
accade nelle scuole materne che non tengano conto della
necessità di adottare i metodi più sperimentati e
illuminati, e non avvertano il bisogno di stare al passo
con i tempi. È evidente che la prima selezione avviene
potenzialmente in esse, perché i bambini, nelle loro
future tappe scolastiche, non potranno certamente dare ciò
che non hanno mai ricevuto.
Il problema – lo sappiamo bene – è imponente; e non si può
certo pretendere di risolverlo dall’oggi al domani. Ci
sembra importante, tuttavia, cominciare a dibatterlo e,
per quanto possibile, avviarlo a soluzione nei suoi
termini meno insuperabili. Da cosa – come si dice – nasce
cosa.
Soltanto l’immobilità e l’indifferenza sono nemiche del
progresso e alleate delle forze che agiscono per frenarlo
o per impedirlo.
E veniamo al programma che abbiamo stilato per le scuole
elementari. È nostro convincimento che i principi
democratici e antifascisti sanciti dalla nostra
Costituzione debbano sempre improntare tutte le attività
che si svolgono nella scuola. È assolutamente
inammissibile che i bambini non debbano prendere coscienza
– con il curioso pretesto che altrimenti si farebbe della
politica – delle realtà connesse con questo problema di
palpitante attualità, diuturnamente alla ribalta delle
cronache nelle forme più sconcertanti e tragiche. È
semplicemente assurdo che si tenda ancora a frenare
l’opera sensibilizzatrice degli insegnanti su questo
argomento e che i nostri alunni continuino a crescere
all’oscuro di quelli che sono i veri valori della libertà
e della democrazia tanto faticosamente conquistate e tanto
sofferte; e, di conseguenza, completamente ignari di
quello che è il non valore dell’antidemocrazia.
Per questo, riteniamo che sia necessario – anzi
indispensabile – fare tutto quanto è nelle nostre
possibilità per ovviare alle attuali carenze di
insegnamento in un settore tanto importante.
Un altro punto da sottolineare concerne la necessità di
promuovere frequenti contatti a livello di informazione
fra la scuola e l’ambiente che la circonda, fra la scuola
e i vari centri democratici dei nostri paesi e del nostro
territorio, come – tanto per citarne alcuni – i consigli
di fabbrica, le associazioni artigianali, culturali,
sportive, etc.
Solamente attraverso la istituzione di un rapporto non
casuale, ma abituale, con questi nuclei sociali, che
rappresentano e coinvolgono l’intera popolazione nelle sue
manifestazioni di vita, gli alunni potranno prendere
coscienza dei problemi che quotidianamente assillano la
società; e potranno acquisire, in tal modo, quell’abito
mentale e quel senso di civismo tanto necessari per essere
persone preparate e responsabili.
Istanza primaria che proviene dalla maggior parte del
nostro elettorato è – poi – quella riguardante il diritto
allo studio.
Ci vuol poco a comprendere che il godimento di questo
diritto può essere garantito soltanto dalla disponibilità
dei mezzi didattici e delle infrastrutture che concorrono
a mettere la generalità dei bambini sullo stesso piano per
quanto riguarda le conoscenze e le acquisizioni. Tanto per
fare un esempio, non potrà certamente godere in pieno del
diritto allo studio quel bambino o quel giovane che non
disponga – al pari di altri suoi compagni – di sufficienti
libri su cui affinare e completare la propria preparazione
scolastica. Ancora: il diritto di cui si parla sarà in
parte negato a quel bambino o a quel giovane la cui
famiglia, per tutta una serie di circostanze, non sia in
grado di integrare l’opera quotidiana degli insegnanti.
Di qui, perciò, la necessità di affidare alla scuola il
compito di ovviare a questi inconvenienti che sono di
grave pregiudizio alla crescita armonica del bambino. Ma
in che modo? Intanto, là dove sussistono le condizioni per
poterlo fare, con la istituzione della scuola a tempo
pieno. Sarebbe questo, forse, anzi certamente, il mezzo
più efficace per eliminare le sperequazioni esistenti fra
i bambini di diversa estrazione sociale, perché attraverso
il possibile arricchimento e ampliamento dei programmi con
discipline complementari – come il teatro, il cinema, lo
sport, l’insegnamento di una lingua straniera, etc. – si
potrebbe sicuramente realizzare il recupero, almeno nella
maggior parte dei casi, di tutti quegli alunni che la
sorte costringe a partire da posizioni di assoluto
svantaggio. Nel quadro più generale di queste iniziative,
riteniamo intanto opportuno sollecitare l’apertura di
nuove biblioteche di classe, o il potenziamento di quelle
esistenti, provvedendo a dotarle di volumi seriamente
scelti che – sia per consistenza numerica, sia per varietà
e concretezza di contenuti culturali – siano in grado di
soddisfare i bisogni conoscitivi dei bambini di qualunque
età. Biblioteche di classe che – attraverso ricerche
collegate con visite a località archeologiche e storiche,
a musei, a opifici, a complessi industriali, etc. –
consentano a poco a poco di superare l’uso esclusivo del
libro di testo, uno strumento didattico, come tutti
sappiamo, caratterizzato non solo da una comprovata
limitatezza sostanziale, ma anche, e soprattutto, da una
impostazione educativa non sempre rispondente ai moderni
criteri di insegnamento che da più parti e in più sedi
sono stati sempre – sebbene invano – decisamente
propugnati. Altrettanto degno di essere affrontato e
risolto è il problema delle attività sportive e culturali
suppletive che dovrebbero essere svolte senza soluzione di
continuità, gratuitamente, e con una frequenza tale da
produrre davvero effetti tangibili sia sotto il profilo
del miglioramento fisico che sotto quello
dell’arricchimento intellettuale, espressivo, dialettico.
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