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I libri
Il Cristo della povera gente





Vita di David Lazzaretti da Arcidosso

Prefazionee di Ernesto Balducci

In copertina disegno di Flavio Costantini, «David Lazzaretti»
Foto del «Monte Labbro» di Marco Lorenzini

Nuova Immagine Editrice,
Siena (2000)


pag. 138








Cologna (UD), lì 22–2–1990           111° E.N.


Gent.mo Signor Prof. Alfio Cavoli
Assessore alla Cultura – Manciano (GR)

ono MARINO TOMMENCIONI, nato ad Arcidosso (1924), nipote di Francesco e figlio di Pietro e svolgo (umilmente) funzioni di segretario della Fratellanza Giurisdavidica di Monte Labbro.
Solo ora ho potuto scorrere alcuni brani del suo libro "Il Cristo della povera gente". Pur avendovi trovato alcune imprecisioni, che ritengo – peraltro – non attribuibili a Lei personalmente, ma alle persone intervistate ed ai vari testi consultati in quanto in essi contenute, sono rimasto positivamente colpito dalla perplessità della sua domanda: CHI ERA David? (pag. 110) e dalla sua risposta, che l'ha reso esente dalla contaminazione, pressoché generale, dei critici, i quali hanno espresso giudizi arbitrari e gratuiti sul nostro Divino Maestro David Lazzaretti. Lei onestamente si è astenuto. Sono certo che la Sua discreta dubbiosità è una virtù che la "Natura" Le ha donato, virtù preziosa quanto rarissima quando il giudizio, sulla scia dell'opinione generale è fin troppo facile. Grato, la ringrazio pertanto, dell'alto sentimento di rispetto e stima verso il Ns. Divino Maestro e, maggiormente, per la Sua pregevole opera, che mi fa sovvenire – come parametro – un'affermazione di Vittorio Messori nella sua opera "Ipotesi su Gesù": alla divulgazione del cristianesimo hanno contribuito i non credenti, nella ricerca capillare e profonda di prove, delle quali – contrariamente – i credenti, per fatto di Fede, non avevano, né hanno mai avuto bisogno.
Grazie ancora, auspicandoLe fortuna letteraria, serenità, pace e felicità anche spirituale, con deferanza

Marino Tommencioni