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I libri
Maremma amara



Dagli Etruschi ai briganti
Storia curiosità folklore


Scipioni,
Valentano (VT) (1996)

(Nuova edizione ampliata)



pag. 175


"Macchiaioli" a Marsiliana e a Capalbio

n nostro incontro con Dario Durbé, il critico d'arte che incorse nel clamoroso "incidente" delle sculture ripescate nel Fosso Reale di Livorno e attribuite ad Amedeo Modigliani, se non raggiunse lo scopo che ci eravamo ripromessi (un esame e un giudizio definitivo sull'opera pittorica di Paride Pascucci) giovò a renderci certi che non alla Marcolina, ma alla Marsiliana del principe Tommaso Corsini, Giovanni Fattori dipinse i famosi quadri della merca e dei butteri con le mandrie di buoi. Non ci risulta, del resto, che esista in Maremma una tenuta denominata Marcolina (citata da Laura Cherubini nel suo Fattori, 1979), legata alla vita e all'opera del grande maestro della macchia; ma molti biografi fattoriani continuano tranquillamente a nominarla forse a causa di un equivoco di fondo rimasto vivo per lo scarso scrupolo con cui spesso si travasano dati e notizie da un testo all'altro. Ora, ciò che taglia la testa al toro è una lettera in cui – a detta di Dario Durbé – Giovanni Fattori esprime la propria gratitudine alla signora Corsini per le gentilezze ricevute durante il soggiorno alla Marsiliana, l'immenso latifondo del Mancianese dove un tempo scorrazzavano migliaia di animali bradi fra il corso del fiume Albegna e i boschi che dilagano fino al non lontano Capalbio.
Il grande artista livornese fu ospite di questa fattoria del Basso Grossetano (nota anche come ambiente di caccia, come teatro di gesta brigantesche e come immensa necropoli da cui proviene il princeps degli alfabeti trovati sul suolo d'Etruria) nel 1882 e negli anni immediatamente successivi. I dipinti Tre butteri con mandrie di bovini, Marcatura di puledri, Marcatura di torelli in Maremma, Mandrie in Maremma, Il salto delle pecore, e tanti altri di analogo argomento naturalistico, furono concepiti nelle sue nude e assolate campagne dove l'allevamento del bestiame allo stato libero rappresentò non solo una cospicua fonte di reddito per i padroni in un periodo di grave disagio popolare come quello di fine secolo, ma anche una nota dominante d'autentico folklore nella grandi pianura che dalla collinetta a pan di zucchero su cui troneggia il castello si estende fino al mare. Giovanni Fattori seppe cosi bene imprimere nelle sue tele il sapore e il colore di quelle atmosfere di vita brada che, oggi, chi conobbe la Marsiliana prima della riforma fondiaria da cui la tenuta fu sfigurata e snaturata, non stenta a trovare una perfetta rispondenza fra i dipinti e la realtà. Il caposcuola dei Macchiatoli restò talmente impressionato da quelle scene in pieno sole, affollate di mandrie e di uomini rudi, rotti alle più dure fatiche, che assai più tardi, nella sua Livorno, rappresentò con perfetto realismo questi aspetti salienti della Maremma grossetana traendo spunto dalle immagini che aveva fissato nei suoi taccuini e che gli erano rimaste incise nella memoria.

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