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I libri
Sovana


Storia e arte

Libreria Editrice Tellini
Pistoia (1982)


pag. 87

LA MILLENARIA CATTEDRALE

alla povera casa natale di Gregorio VII […] si giunge, dopo un breve percorso, alla Cattedrale intitolata ai Santi Pietro e Paolo.
Lungo il tragitto, chi porrà attenzione alla facciata delle vecchie case, noterà, accanto a quella d'ingresso e di questa più piccola e più alta rispetto al piano stradale, qualche porta murata: si tratta della porta del morto, attraverso la quale, per un eccesso di superstizione, si faceva passare la bara del defunto. Testimonianze del genere sono piuttosto frequenti in varie città umbre. Ma parlavamo del Duomo.
Alfonso Ademollo, in una pubblicazione del 1890 dedicata a questo splendido monumento religioso, lo considera «senza dubbio dei secoli VII e VIII e non del secolo XI come alcuno opina, a ciò indotto da modificazioni architettoniche e restauri fattivi in più epoche nel correre di tanti secoli».
Ma è chiaro che origini così antiche si riferiscono alla chiesa primitiva sorta sul posto all'epoca in cui, in Taddino e Maurizio, Sovana ebbe i suoi vescovi più remoti. Quella chiesa della quale l'attuale edificio, datato all'XI-XII secolo, segnatamente per quanto riguarda il bel portale, mostra numerosi elementi architettonici.
Ed è dal portale che conviene iniziare una sommaria descrizione di questo monumento romanico fra i più importanti della Maremma e della Toscana.
Come si è detto, esso risulta costituito in larga parte da formelle di recupero. Eppure, visto nel suo insieme, si presenta straordinariamente godibile per la sua compostezza formale che, tutto sommato, si traduce in autentica armonia di linee.
Permeati di una preziosità arcaica (che si rivela spesso nel disegno rozzo, statico e sproporzionato dei soggetti rappresentati), specie la lunetta e i pilastri con capitelli a testa leonina mettono in evidenza una serie di simboli pagani e di sculture barbariche talmente varia e suggestiva da conferire a questo secolare manufatto un carattere decisamente eccezionale e irripetibile.
A dargli un tocco di unicità e di fascino primitivo basta, del resto, la figuretta umana dal disegno elementare che si nota sulla parte destra dell'arco e che per qualche autore rappresenta un'anima.
Dividono in tre navate il vasto interno del tempio robusti pilastri cruciformi, dall'alterno dicromismo, che sorreggono le volte a crociera della navata centrale.
Delle due navate laterali, quella destra è caratterizzata da gotici archi a sesto acuto che contrastano, senza tuttavia disarmonizzare (anzi esaltando la monumentalità dell'edificio) con le rimanenti strutture romaniche.
Particolare interesse destano i capitelli, sia per la peculiarità del loro stile che per la diversità delle raffigurazioni scultoree di cui si adornano. Appare evidente — anche da un esame superficiale — che alla loro realizzazione furono impegnate maestranze di differente scuola. Ed infatti i competenti in materia hanno stabilito che quelli di destra rivelano la mano di artisti di impostazione lombardo-laziale (XII secolo), mentre quelli di sinistra ricordano la tradizione benedettina di Sant'Antimo (Baldini). Il primo capitello visibile a sinistra entrando in Duomo si differenzia da tutti gli altri per la sua originalità e per i bassorilievi fitti di figure che compongono diverse scene: Consegna delle chiavi, Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, Mosè che comanda le acque, i Penitenti, Daniele nella fossa dei leoni, Aquila che artiglia una lepre tenendo nel becco un serpente, il Sacrificio di Isacco, Abramo e le mogli.
Degni di particolare attenzione sono il rinascimentale sacro fonte (1434) e, dello stesso secolo, l'acquasantiera e l'urna di San Mamiliano, che costituisce un monumento sepolcrale onorario, dal momento che le reliquie del patrono di Sovana (alcune delle quali si trovano al Giglio e a Marina di Campo) vengono conservate in un'urna di vetro sotto l'altar maggiore.
L'arca funeraria di travertino è visibile nella navata destra; e il santo vi è effigiato giacente con i paludamenti e le insegne pontificali.
La data della scultura rimane ignota, anche se il Busatti la indica nel 1490 senza però addurre testimonianze probanti. Così com'è sconosciuto il nome dell'autore.
Nella Cattedrale è custodito un simulacro ligneo di San Mamiliano, eseguito da Goffredo Moroder di Bolzano nel 1936 su commissione dell'allora parroco di Sovana don Giuseppe Battistoni.
Esso, che riproduce il Santo con abiti pontificali, mitra, pastorale e palma del martirio, viene portato in processione nella ricorrenza patronale del 27 aprile. Le altre presenze artistiche di un certo valore che si possono osservare nel Duomo di Sovana, le cui pareti (almeno quelle dell'abside segnate da tracce di dipinti databili intorno alla fine del XV secolo) erano con tutta probabilità integralmente affrescate, sono costituite soprattutto da due tele: quella di scuola caravaggesca firmata nel 1671 da Domenico Manenti (Martirio di San Pietro); e quella cinquecentesca (Vergine col Bambino fra i Santi) attribuita alla scuola di Andrea del Sarto.

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