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I libri
Uomini, cose e paesi della Maremma


Gruppo Poligrafico Editoriale,
San Marino (1965)





pag. 56

Storia paesana
LE FIAMME NEL CASSERO

Manciano, Capodanno 1901.
Prime ore pomeridiane.

iornata calma, mitigata da tiepido sole. La banda paesana si esibisce in piazza diretta dal maestro Eber Chiti. L'uditorio è vastissimo e attento.
Dalla torre campanaria si levano, improvvisamente, lenti rintocchi. È la «grossa» che suona a martello, azionata dal sagrestano o, forse, dal giovane parroco don Salvo Maria Verduchi.
I suonatori tacciono, la folla si anima, rumoreggia, si fraziona, cerca un'informazione.
La cattiva notizia non tarda a sopraggiungere: si è sviluppato un incendio nel Palazzo Municipale, le fiamme stanno divorando l'archivio.
Corri, corri generale verso il luogo del sinistro, mentre i rintocchi del campanone si diffondono pieni d'incitamento.
Il Cassero Aldobradesco è presto collegato alla «Cisterna della Chiesa» da una fittissima catena umana. Secchi e brocche d'acqua, che arrivano nelle prime posizioni col sistema del «passamano», vengono gettati, senza sosta, sul fuoco che divampa e crepita.
Uomini, donne e ragazzi si prodigano febbrilmente nell'opera di spegnimento. Ma le fiamme hanno talmente avvolto i grandi scaffali, stipati di voluminose cartelle, che ogni speranza di salvare almeno una parte degli atti conservati in archivio risulta ad un tratto vana.
Cedono le travi carbonizzate, crolla fragorosamente il tetto, poi, a breve intervallo, il pavimento. Grosse lingue di fuoco sovrastano i merli del Cassero.
Alcune persone si lasciano sopraffare dal timor panico e abbandonano gli «avamposti» calandosi a terra attraverso il cavo del parafulmini. Altre battono in ritirata inforcando le scale. Le più animose compiono l'estrema resistenza, in mezzo al fumo che acceca e mozza il respiro, finché non riescono a domare completamente l'incendio.

* * *

Il danno fu inestimabile. Tutti gli atti che tramandavano la storia di Manciano andarono distrutti, cosicché assai problematica, e sotto certi aspetti impossibile, risulta la ricostruzione delle vicende attraverso le quali il nostro paese giunse alle soglie di questo secolo.
Le poche notizie, ottenute od ottenibili dalla difficile ricerca presso vari archivi, non hanno e non potranno avere che carattere frammentario, mancando una documentazione continuativa degli avvenimenti.
Le cause che provocarono il sinistro restano tuttora misteriose. Si vuole che la colpa fosse di un poco avveduto cancelliere (Manciano a quel tempo era sede di Pretura) a cui era stata affidata la cura dell'archivio; ma sulla responsabilità dell'anonimo funzionario permane ancora il dubbio.
Di quella giornata, ormai così remota, che mise in febbrile agitazione la festosa moltitudine raccolta intorno alla banda paesana, è rimasto il ricordo indelebile nella memoria di chi giovinetto la visse ed oggi, da vecchio, con voce velata di nostalgia, ha potuto narrarmela.

16 Settembre 1958

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